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Si profila il problema della logistica nel 2024

Nel 2024, a partire da aprile, verranno applicati il limite massimo di 960 ore di lavoro straordinario per gli autisti di camion e la revisione della notifica degli standard di miglioramento, e si teme che il cosiddetto “problema della logistica del 2024” possa portare a una grave carenza di capacità di trasporto.

Il Giappone, noto come “Paese sviluppato con problemi avanzati”, ha una popolazione in declino e in via di invecchiamento e un tasso di natalità in calo rispetto ad altri Paesi, accompagnato da una diminuzione della popolazione attiva e dallo spopolamento delle aree montane; si prevede che il problema della carenza di manodopera diventerà ancora più grave in futuro, con l’invecchiamento delle strade e delle altre infrastrutture e l’aumento del volume della logistica, compresa quella dell’ultimo miglio.

A ciò si aggiungono le crescenti esigenze globali di tutela dell’ambiente e la forte necessità di iniziative per la neutralità delle emissioni di carbonio e il riciclaggio delle risorse. Anche l’industria automobilistica, uno dei settori chiave del Giappone, dovrebbe rispondere a queste problematiche sociali e negli ultimi anni è aumentata la considerazione di nuove attività che mirano sia a rispondere alle problematiche sociali sia ad aumentare i profitti per una crescita stabile a lungo termine.

Alla base dell’aumento delle nuove iniziative imprenditoriali c’è la rapida evoluzione tecnologica determinata dalla risposta del CASO, in particolare nel settore ambientale, dove viene applicato il know-how acquisito con la tecnologia dell’elettrificazione, e nel settore della logistica, dove la tecnologia ADAS e la tecnologia connessa, come la guida automatizzata, vengono applicate per ridurre l’impatto ambientale e migliorare l’efficienza aziendale.

Oltre a quanto sopra, si sta cercando di utilizzare le varie tecnologie che hanno contribuito all’evoluzione dell’automobile fino ad oggi in campi diversi da quello automobilistico. È in atto una tendenza a sviluppare queste attività in modo che contribuiscano alla società e siano anche redditizie.

Questa tendenza si riscontra non solo tra le case automobilistiche, ma anche tra i fornitori. Le aziende del Gruppo Toyota, che svolgono un ruolo di primo piano nei rispettivi settori di prodotto, hanno riconosciuto che nelle loro strategie di crescita c’è un divario tra le attività commerciali tradizionali e la curva di crescita a cui mirano.

I prodotti creati dal nuovo business sono unici in quanto hanno molteplici valori. I prodotti upcycled, ad esempio, combinano il valore dell’alta qualità, dell’affidabilità e della durata dei materiali automobilistici con il valore dell’utilizzo efficace delle risorse, grazie all’uso efficace dei materiali di scarto e delle scorte a perdere, rendendo facile iniziare in piccolo aggiungendo molteplici valori.

Tutte le aziende vogliono sviluppare nuove attività che diventino pilastri di profitto nel medio-lungo termine, ma riconoscono anche che è necessaria una mentalità “try first” quando si lancia una nuova attività, ed è importante che il concetto di piccolo avvio si radichi all’interno dell’azienda.

Ci sono stati anche casi di fornitori che si sono spostati nel settore B-to-C, tradizionalmente gestito principalmente dalle case automobilistiche. In alcuni casi, sono stati creati reparti all’avanguardia nella “riforma dello stile di lavoro”, che si distinguono dai tradizionali reparti conservatori.