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Non è più una rivoluzione…
Sono passati quasi 100 giorni dall’inaugurazione della seconda amministrazione Trump. Prima di entrare in carica, il presidente era stato presentato come la rivoluzione di T.M., ma ha superato di gran lunga quell’immaginazione e lascia presagire l’inizio di una catastrofe (Catastrophe, catastrofe/debacle).
Il suo scontro pubblico con il presidente ucraino Zelensky, che ha scioccato il mondo, e la sua posizione diplomatica favorevole alla Russia hanno dimostrato che l’onnipotente Trump non ha tabù.
Il Presidente degli Stati Uniti Trump ha seguito Messico e Canada nell’imposizione di tariffe reciproche in tutto il mondo e ha messo nel mirino la Cina. Le vecchie distinzioni tra amici e nemici, est e ovest, non valgono più. È chiaro che una politica tariffaria elevata non giova a nessuno, ma Trump e J D Vance, abbaiando come pitbull, non vogliono stare zitti e ascoltare gli altri.
Il dollaro di Taiwan si è impennato da venerdì scorso. La gestione della valuta da parte della Banca Centrale di Taiwan sembra essere diventata un problema nei negoziati commerciali con l’amministrazione Trump e, nonostante il forte rialzo, la Banca di Taiwan non è intervenuta sul mercato valutario. Non abbiamo idea di quanto salirà il dollaro di Taiwan, ma potrebbe raggiungere un massimo di 2022 intorno a 27,5, o forse anche 25,0, il livello dei primi anni Novanta.
Il mercato è interessato a sapere quale sarà la prossima valuta a salire, ma il won sudcoreano e lo yuan subiranno pressioni al rialzo. E l’effetto si farà probabilmente sentire sul dollaro e sullo yen.
Il Giappone non sta intervenendo per indebolire la propria valuta, ma data l’entità dell’apprezzamento del dollaro di Taiwan, il dollaro-yen dovrà probabilmente scendere in qualche misura (lo yen probabilmente salirà).