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Considerazione dell’impatto della tariffa d’importazione del 25% sui veicoli finiti negli Stati Uniti.

Il 3 aprile 2025 (ora locale), il governo statunitense ha iniziato a imporre una tariffa del 25% sui veicoli finiti provenienti da tutto il mondo, compreso il Giappone. L’imposizione dei dazi su motori, trasmissioni e altri componenti principali inizierà il 3 maggio.

Per le importazioni da Canada e Messico, la tariffa del 25% è l’aliquota di base, ma come misura speciale, l’aliquota viene adeguata per i prodotti applicati all’USMCA in base alla proporzione di parti prodotte negli Stati Uniti.
Tuttavia, l’imposizione di tariffe su Canada e Messico, che hanno funzionato come zone di libero scambio, significa il crollo del “Made in “North” America”, che dall’entrata in vigore del NAFTA nel 1994 ha strategicamente utilizzato i tre Paesi nordamericani come un’unica area di produzione, grazie alla facilità di accesso agli Stati Uniti, al costo del lavoro e ad altri fattori. Il “Made in “North” America” ha significato il crollo del “Made in “North” America”.

Se l’amministrazione Trump continuerà a perseguire con forza la politica di privilegiare i propri interessi, lo sconquasso continuerà su base annua: a partire dall’aprile 2025, sarà indispensabile produrre negli Stati Uniti per poter trarre profitto dal Paese.
Oltre al tempo necessario per ristabilire la base di produzione dei veicoli, che richiederà anni, rimangono una serie di altre questioni, tra cui il problema della carenza di manodopera nel settore manifatturiero.

Anche se dipenderà dalla posizione dell’USMCA nei futuri negoziati, non c’è dubbio che l’industria automobilistica, che ha sfruttato appieno il Canada e il Messico dall’entrata in vigore del NAFTA, ne risentirà negativamente.