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Come risponde l’industria motociclistica alla politica energetica indiana?
Oltre a garantire la sicurezza energetica, il governo indiano mira a superare i deficit commerciali e delle partite correnti causati dall’aumento del costo dei combustibili importati, come il petrolio greggio, e ha fissato l’obiettivo di raggiungere il 100% di autosufficienza energetica entro il 2047, centenario dell’indipendenza.
Per raggiungere questo obiettivo, il governo sta espandendo la produzione di energia elettrica dal carbone di produzione nazionale, dalle energie rinnovabili e dall’energia nucleare, oltre a promuovere le industrie del bioetanolo e del biogas e a sviluppare le infrastrutture.
Il produttore di motociclette Bajaj Auto ha introdotto sul mercato la prima motocicletta CNG (gas naturale compresso) al mondo, oltre a due ruote elettriche a batteria.
Tra i produttori giapponesi, Honda ha lanciato la CB300F Flex-Fuel, una moto a carburante flessibile compatibile con l’E85 (85% di etanolo e 15% di benzina), nell’ottobre 2024, mentre Honda e Suzuki prevedono di lanciare scooter elettrici nel 2025.
In India, le vendite di due ruote elettriche sono cresciute fino a 1,15 milioni di unità nel 2024, per la maggior parte scooter, mentre le moto sono rimaste nell’ordine delle decine di migliaia.
Nel segmento delle moto, invece, il modello a metano Bajaj Freedom, lanciato nel luglio 2024, ha venduto 44.000 unità alla fine di gennaio 2025, mostrando una domanda di gran lunga superiore a quella delle moto elettriche.